Cooperative italiane in crescita a dispetto della crisi.

Questo è quanto emerge da “Struttura e performance delle cooperative italiane”, il primo rapporto sul sistema cooperativo italiano, presentato il 25 Gennaio, nella sede dell’Istat a Roma.

Il Rapporto si inserisce nell’ambito della convenzione di ricerca “Dimensioni, evoluzione e caratteristiche dell’economia sociale” stipulata tra Istat ed Euricse con l’obiettivo di fornire un quadro statistico omogeneo sulle organizzazioni dell’economia sociale, intesa come l’insieme delle istituzioni non profit delle imprese sociali e delle società cooperative.

Il rapporto fornisce una rappresentazione statistica unitaria della rilevanza e del peso economico del settore cooperativo all’interno del sistema produttivo italiano.

Due le finalità raggiunte:

  • mettere in luce le peculiarità e i vantaggi competitivi delle cooperative in un’ottica comparata rispetto alle altre imprese;
  • individuare i confini e le articolazioni interne del settore cooperativo rispetto sia a variabili economiche sia di struttura.

LA CONTROTENDENZA DELLE COOPERATIVE RISPETTO ALLE ALTRE IMPRESE IN TEMPO DI CRISI

Un dato da rimarcare è che nonostante la crisi, è stata rilevata un’importante crescita del settore cooperativo rispetto alle altre imprese in Italia.

Dal 2007 al 2011 c’è stato un incremento del numero di cooperative del 12,3%, aumentate ulteriormente fino a raggiungere un +16,4% nel 2015 (rispetto al 2007).

Ancora maggiore rispetto al numero di cooperative, è la crescita del numero dei dipendenti; è stato registrato un incremento del tasso di occupazione del 17,7%.

Nello stesso periodo le imprese in Italia sono diminuite di numero (-2,4%) e c’è stata una flessione nel tasso occupazionale (-6,3%).

La crescita delle cooperative, si concentra in particolare nei settori alloggio e ristorazione (+51,6%), istruzione (+51,3%), santità e assistenza sociale (+40,9%) e attività finanziarie e assicurative (+39%). In questi settori la crescita dei dipendenti dal 2007 è pari o superiore al 25%.

LE COOPERATIVE IN ITALIA

Nel 2015, su un totale di 4,4 milioni di imprese private operanti sul territorio nazionale, le cooperative rappresentano l’1,3% e hanno prodotto il 7,1% dell’occupazione totale delle imprese, cioè 1 milione 151.349 addetti (dipendenti e indipendenti), 33 mila lavoratori esterni e 11 mila lavoratori in somministrazione.

Per quanto riguarda il valore aggiunto (escludendo il settore finanziario e assicurativo), le cooperative hanno generato 28,6 miliardi di euro, pari al 4,0 % del VA delle imprese.

Le regioni in cui le coop sono più presenti, sono il Lazio (14,3%), la Lombardia (14,1%), la Sicilia (10,5%), la Campania (10,1%) e la Puglia (9,3%).

Territorialmente parlando, nonostante il maggior numero di cooperative si concentra al sud e nelle isole (40,5% contro il 36,4% del nord), la maggior parte del valore aggiunto si concentra al nord (64,3%), con picchi di ben 35,7% a nord-est, contro il 14,6% di sud e isole.

Stessa cosa avviene per il numero di dipendenti, che è nettamente superiore al nord con il 60,8% sul totale contro il 17,9% di sud e isole.

Al centro invece troviamo il 23,1% delle cooperative, con il 21,2% di dipendenti impiegati e il 21,2% del valore aggiunto.

LE TIPOLOGIE DI COOPERATIVE

La cooperazione è di diversa tipologia, ma ne risaltano due sia per numero, per valore aggiunto e per livelli occupazionali: le cooperative di lavoro e quelle sociali.

Le cooperative di lavoro sono 29.414 cooperative (49,8%), mentre quelle sociali sono 14.263 (24,2%).

Per quanto riguarda il valore aggiunto, la cooperazione di lavoro e quella sociale, hanno generato complessivamente il 73,4 % del VA dell’intero settore.

Per quanto riguarda i livelli occupazionali invece, il 42% è impiegato in cooperative di lavoratori mentre il 33,3% nelle cooperative sociali.

Grafici a torta sul numero, sul valore aggiunto e sul numero dipendenti per tipologia di cooperativa.

Le cooperative si distribuiscono, con intensità e peso diversi, in tutti i settori di attività. Nei settori sanità e assistenza sociale, trasporto e magazzinaggio e servizi di supporto alle imprese si sono registrati i valori più elevati del numero di cooperative, del valore aggiunto e degli occupati.

I PROFILI DIGITALI E INNOVATIVI DELLE COOPERATIVE

Dai dati analizzati, è evidente minore propensione digitale e innovativa delle cooperative rispetto alle altre imprese.

Per quanto riguarda l’uso delle ICT, l’indice sintetico “Digitalizzazione” assume un valore medio pari a circa la metà di quello delle imprese (0,17 rispetto a 0,33).

Stessa cosa avviene per l’innovazione, dove rispetto all’innovazione di prodotto, di processo e organizzativa, troviamo livelli nettamente inferiori rispetto alle imprese. Troviamo risultati “soddisfacenti”e che quasi si allineano a quelli delle imprese, solo per le innovazione di marketing.

Evince una marcata esigenza di evolversi e aggiornarsi sia in campo digitale sia innovativo, trasformando le cooperative rendendole più efficienti, all’avanguardia e più competitive nel mercato moderno.

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LE COOPERATIVE SOCIALI

Nel 2015, il 24,2% dell’intero sistema cooperativo italiano è costituito da cooperative sociali.

Per alcuni valori, la cooperazione sociale raggiunge livelli che si pongono al di sopra della media dell’intero settore.

Sono 14263 le coop sociali e impiegano 397975 lavoratori, cioè il 33% del totale380.070 addetti, 15.820 esterni e 2.085 lavoratori in somministrazione.

Il mondo delle cooperative sociali, ha un’alta presenza femminile (74%) e una forte componente giovane: il 12,6% hanno tra i 15-29 anni, il 59,9% tra 30-49 anni e il 27,5% da 50 anni in su.

La cooperazione sociale ha generato il 28% del valore aggiunto, raggiungendo 8,1 miliardi di euro e un valore medio di 578 mila euro.

74%
Donne
59.9%
30 - 49 anni

IL PROFILO DEI DIPENDENTI

Volendo tracciare un profilo dei lavoratori dipendenti delle cooperative, si osserva come essi siano concentrati soprattutto nella classe 30-49 anni e che sono in maggioranza donne. La maggiore presenza della componente femminile è legato principalmente ai settori di attività (in primis istruzione, sanità e assistenza sociale.)

Circa il 38,2% dei dipendenti ha al massimo un diploma di scuola secondaria di I grado (il 34,4% nelle altre imprese), il 32,6% ha raggiunto un diploma di scuola secondaria superiore di II grado (il 39,1% nelle altre imprese) e oltre il 15% ha una laurea di I o II livello (13,8% nelle altre imprese).

La quota dei dipendenti a tempo indeterminato è di poco inferiore a quanto si osserva tra le altre imprese (83,4% contro 87,9%), mentre rispetto al regime orario, tra le cooperative è maggiore la presenza di lavoratori part-time (44,8% contro il 25,1%).

Considerando la qualifica professionale, è evidente una più elevata presenza di operai tra le coop (64,8% contro il 52,8%) e conseguentemente una minore presenza di impiegati (30,8% contro il 38,1%).

ALCUNE TESTIMONIANZE

Chiara Carini, ricercatrice Euricse che ha partecipato alla stesura del rapporto, ha individuato le due anime delle cooperative in Italia: le coop di lavoro (29.414; il 49,8% del totale) e le coop sociali (14.263; il 24,2%).

Come già riportato sopra, la cooperazione di lavoro e quella sociale, oltre a registrare il maggior numero d’imprese, sono anche le due tipologie cooperative che hanno generato il maggior valore aggiunto.

Marco Venturelli, Segratario Generale Confcooperative – Alleanza Cooperative Italiane, afferma che il mondo cooperativo rappresenta “una realtà moto importante e significativa nel panorama economico e produttivo del sistema italiano” ed ha anche una “forte valenza sociale legata allo sviluppo non solo economico” che può esercitare un forte impatto positivo in termini di bene comune e sviluppo sociale ed economico per il paese.  Sottolinea che il rapporto non coglie perfettamente questo impatto e suggerisce di approfondire ulteriormente negli anni a venire.

Roberto Monducci, Direttore Dipartimento per la produzione statistica Istat, rivela che “il profilo innovativo delle cooperative è mediamente più basso rispetto a quello delle imprese, ma con interessanti convergenze, ad esempio nel campo dell’innovazione organizzativa e in quello dell’innovazione di marketing, in cui sono sostanzialmente allineate”. Il profilo digitale medio invece è mediamente più basso per le cooperative rispetto a quello delle imprese.

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